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Ostuni: tra olivi e mare

Ostuni vanta nel suo comprensorio alcune delle più belle masserie pugliesi che oggi non sono soltanto reperti del passato, ma si sono trasformate in aziende, unendo le produzioni biologiche di olio extravergine di oliva al turismo attento e consapevole a contatto con la natura.

Esempi luminosi sono la Masseria Carparelli e l’Antica Masseria Brancati, entrambe comprese nel Parco delle Dune Costiere nell’area tra la Piana degli Ulivi Millenari e il mare. Nella prima, attraverso tre distinti fabbricati possiamo leggere la storia di queste terre dal 1400 sino ai giorni nostri. Il primo nucleo, infatti, che presenta forme lineari e asciutte, risale al XV secolo e fu fatto edificare probabilmente dalla famiglia degli Zevallos, mentre l’agglomerato successivamente, addossato, mostra linee estetiche barocche innestate su un’alta torre di avvistamento con caditoie e scala di accesso, che richiamano alla memoria sia le storie di pirati e briganti che i fasti della borghesia del ‘700 e dell’800 che trasferì in campagna gli stili in voga nel tempo.

L’olio di oliva viene ottenuto mediante estrazione a freddo con macine in pietra e spremitura dolce per preservarne le proprietà organolettiche ed esaltarne le qualità gustativo-olfattive che abbiamo potuto direttamente apprezzare durante la degustazione a cura del produttore, nonché proprietario della masseria, Corrado Rodio, geloso custode dell’enorme patrimonio che si estende oltre le alte e bianche mura: mille olivi di cui 800 censiti come monumento nazionale. Facendoci assaggiare il liquido color dell’oro prodotto da queste piante meravigliose ci spiega che un oliveto per essere definito monumentale deve avere almeno il 60% di alberi con un diametro del tronco pari o superiore al metro. In più devono presentare un portamento particolare e vantare un valore storico-antropologico accertato attraverso documenti storici, come gli scritti di Columella in cui accennava a un luogo vicino Brindisi, dove si coltivava la “salentina”, riconducibile all’ogliarola del Salento.

Qui protagonisti assoluti, a pari merito, sono l’oliveto monumentale e la masseria fortificata, una delle più antiche di Puglia. Passeggiando tra gli alberi scultura dalle forme ammalianti è facile essere indotti al gioco spontaneo dell’associazione della forma dei contorti tronchi degli ulivi a una immagine mentale, processo psichico chiamato pareidolia. La masseria, chiaro esempio di struttura fortificata, conserva intatte tutte le testimonianze della storia locale, dai Messapi a oggi. La visita guidata comincia nell’oliveto monumentale e continua nel frantoio Ipogeo in cui l’elemento più antico è una larga base di pressa, presumibilmente di epoca messapica. Per volontà di Don Domenico Rodio, antenato dell’attuale proprietario, alla fine del XIX secolo, il vecchio frantoio fu trasformato in ovile e nel 1880 fu costruito un nuovo frantoio epigeo, con una vasca a tre macine, olivario, stalla e una stanza destinata ad alloggio per gli operai, che attualmente ospita un piccolo Museo della Civiltà contadina e frantoiana.

Il corpo principale della masseria è la torre d’avvistamento cinquecentesca che poi fu inglobata nella residenza padronale, difesa da alte mura perimetrali con camminamento, che ancora oggi cingono in parte l’ampio cortile interno. Nella parte retrostante, c’è una piccola bomboniera, la chiesetta costruita nel 1768 dalla famiglia Piscopo, il cui stemma gentilizio è posto al centro dell’altare in stile rococò dedicato alla Madonna dell’Addolorata e ai due Santi Oronzo e Biagio. Visitare queste masserie è un obbligo per chi viene da queste parti, perché raccontano meglio delle pagine di un libro la storia di questa terra fertile e generosa. Lo hanno ben compreso Alberto Angela e Davide Rampello che all’Antica Masseria Brancati hanno dedicato una puntata dei loro seguitissimi programmi.

Fonte: Città Meridiane